domenica 20 Luglio, 2025

Lago d’Idro, in mille in piazza contro il nuovo sbarramento: «Difendiamo il nostro territorio»

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Manifestazione popolare contro le opere di presa volute da Regione Lombardia: ambientalisti, sindaci e cittadini uniti per fermare un progetto da 97 milioni che minaccia l’ambiente e la sicurezza.

Un migliaio di persone in piazza per manifestare a difesa del lago d’Idro contro le opere di presa che Regione Lombardia vorrebbe realizzare per captare acqua a favore dell’agricoltura della bassa padana.

Ad aprire la manifestazione è stato il presidente degli Amici della Terra Lago d’Idro – Vallesabbia, Gianluca Bordiga:
«Siamo qui ancora una volta a difendere il Lago d’Idro affinché non sia utilizzato come sciacquone, come avviene dal 1917 in seguito a un disastroso Regio Decreto – ha esordito Bordiga – la situazione è la stessa del 2006-2007, quando tutti i sindaci erano molto morbidi nei confronti di chi cercava di sfruttare il territorio del lago a fini speculativi. Oggi, come allora, ci mobilitiamo per difendere il lago. Solo il Comune di Idro è con noi; gli altri, a causa di una firma sbagliata di alcuni anni fa, sono lontani e assenti. Come nel 2007, è quindi necessario che la popolazione faccia sentire la sua voce e blocchi queste mire. Lo abbiamo già fatto, può accadere di nuovo. Il lago va rispettato dalle istituzioni, locali e non, le quali invece fanno riunioni segrete dove parlano male di noi. Siamo arrivati al punto che un rappresentante dei Comuni trentini ci ha detto che al Biotopo di Baitoni i periodi di secca faranno bene. La verità è che l’attuale progetto prevede 3,5 metri di escursione dei livelli del lago, per un prelievo di 40 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, estratti in estate, con danni all’ambiente e alla fauna ittica. Il nostro appello oggi è, in primo luogo, ai cittadini, perché lottino per difendere il loro lago. Poi ai primi cittadini, affinché rinneghino l’accordo che hanno firmato 15 anni fa e facciano ciò per cui sono stati eletti: tutelare i territori e i loro abitanti. Diciamo no a un progetto che mira a fare speculazione sulla pelle di un territorio che ha il diritto di godere delle sue ricchezze ambientali. Se ci propongono di fissare la regola a un’escursione massima di 1,3 metri, diciamo sì, ma solo a fronte di garanzie massime, con impegno pubblico e vincoli inossidabili».

Bordiga ha anche lanciato un durissimo attacco al presidente del Bim del Chiese, Claudio Cortella:
«Mi ha detto che i fatti non si fanno nelle associazioni ma nelle istituzioni – ha scandito il presidente degli Amici della Terra – bene, noi oggi abbiamo in essere azioni legali sostenute da alcuni degli studi più importanti d’Italia, e se l’acqua dal lago oggi esce all’incile è per merito nostro, non delle istituzioni, che davano per scontato che non si facesse niente».

Walter Zecchi, ex vicesindaco di Idro, ha invece sollevato il tema della sicurezza, teoricamente alla base delle nuove opere di presa:
«In base al progetto presentato, non viene garantita alcuna sicurezza – ha affermato Zecchi – il livello massimo del lago potrebbe arrivare a essere 3 metri sopra l’attuale, andando così a coprire i primi piani delle case».

Più duro di tutti, però, è stato il sindaco di Idro Aldo Armani:
«A Bordiga dico no. Nessuna disponibilità a firmare accordi, anche se ci garantiscono un’escursione di 1,3 metri, perché il progetto prevede 3,5 metri di escursione. Non mi fido e non può esistere una regola che prescinda dalla realtà. Se verrà realizzata la galleria per abbassare il lago di 3,5 metri, questo poi inevitabilmente accadrà. Il progetto è stato reso talmente complesso che è difficile entrarne nella sostanza. Però ci siamo riusciti grazie al lavoro di Walter Zecchi. Abbiamo scoperto che non è vero che il progetto ci metterà in sicurezza: al contrario, ci metterebbe a rischio. Questi qua fanno quello che vogliono sul nostro territorio, e noi dovremmo essere d’accordo? Io dico di no. Il progetto è anacronistico e persegue un interesse di natura solo economica. Noi abbiamo un interesse a difendere il nostro ambiente, e abbiamo anche buoni argomenti per fermare le mire di chi vorrebbe trarre profitto da ciò che è nostro».

Sul palco è salito anche Alex Marini, ex consigliere provinciale e attivista storico a difesa del lago:
«Oggi siamo qui a difendere un bene naturale – ha ricordato Marini – la prima glaciazione è di 2,5 milioni di anni fa. L’umanità ha iniziato a muovere i primi passi circa 300 mila anni fa. Questo è un lago alpino, frutto di processi geologici di lunghissima durata, ed oggi è minacciato. C’è infatti chi sostiene che il lago sia nato per dare acqua all’agricoltura. È un falso storico. Questo è un bene naturale, un dono del creato, e come tale va assolutamente difeso. Abbiamo iniziato una battaglia contro poche persone, che però hanno leve molto potenti sul decisore politico. Sono partiti con un progetto di opere da 43 milioni di euro. Oggi sono arrivati a 97 milioni. Abbiamo quindi i pochi da una parte, ma dall’altra abbiamo i molti: coloro che tengono all’ambiente e sono pronti a difenderlo. È questa la forza che ci sorregge e ci fa andare avanti. Noi non facciamo chiacchiere da bar. Noi leggiamo i documenti, pianifichiamo strategie e operiamo nell’interesse del territorio. Abbiamo argomenti solidi e validi da portare avanti. Siamo concreti. Poi certo, abbiamo anche sogni, che alimentano la volontà di mantenere il nostro lago come bene ambientale comune nell’interesse di tutti e non solo di pochi, ma potenti».

A chiudere gli interventi è stato il parlamentare europeo Gaetano Pedullà:
«Anche a Bruxelles abbiamo sentito la puzza di questo progetto – ha arringato la folla – è una puzza di interessi industriali, agricoli e speculativi. In Europa la vicenda è stata portata dalla nostra parlamentare Sabrina Pignedoli. Abbiamo posto il problema anche a livello di Regione Lombardia, con la consigliera Paola Pollini. Se ne sono fregati. Allora siamo intervenuti nel Parlamento europeo e a gennaio di quest’anno ci è stato garantito che il progetto di prelievo dell’acqua dal lago non potrà godere di alcuna guarentigia. È importante capire che chi vuole realizzare questo progetto non ha voglia di farlo: ha bisogno di farlo, perché l’acqua oggi è un bene fondamentale e lo sarà sempre di più in futuro. Noi presenteremo una petizione alla Commissione europea competente affinché questo progetto venga definitivamente cassato. Ci opporremo con ogni mezzo, per garantire la dignità che il Lago d’Idro e la sua gente meritano».