il caso
lunedì 14 Luglio, 2025
Aghi, mal di testa e bruciore nel corpo, coppia accusa malesseri per «elettrosensibilità» in casa. E denunciano lo studio tecnico sottostante
di Benedetta Centin
Stessi sintomi sarebbero stati accusati anche da amici e conoscenti che si fermano nell’abitazione dei due anche per meno di mezz’ora. La Procura ha chiesto di archiviare il fascicolo dopo che Appa non ha rilevato alcuna violazione

«Sono due anni e mezzo che io e il mio compagno soffriamo di malesseri e forti dolori quando siamo a casa, con la sensazione di aghi, di bruciore che si propaga dall’interno del corpo manifestando vari sintomi, soprattutto di notte. E tutto è caldo attorno a noi: dal divano ai libri ai vestiti che dobbiamo per forza tenere all’aria aperta. La sensazione è quella di essere in un microonde e pur di riuscire a chiudere occhio ci siamo ridotti a dormire sul pavimento di marmo del corridoio o addirittura in auto. E le abbiamo provate tutte, affrontando anche spese importanti, per tentare di schermare l’ambiente, di stare un po’ meglio. Questa situazione ci esaspera e ci ha consumati nel fisico, siamo ormai delle larve: non è più vita la nostra». Racconta di essere stanca e debilitata eppure non intende demordere l’imprenditrice over 70 di Trento che da febbraio 2023, così come il compagno, lamenta disturbi e sintomi invalidanti quando è tra le quattro mura di casa — al di fuori scompaiono — nel quartiere Bolghera, lo stesso in cui insiste la sua storica attività. «Abbiamo iniziato a stare male da quando il locale commerciale sottostante al nostro appartamento ha cambiato proprietà ed è stato adibito, a quanto pare, a studio tecnico» racconta la donna che si è affidata alle avvocate Maura Cravotto Schwarz e Romina Targa, e che nel tempo ha interpellato, tra i tanti, il Comune di Trento — con conseguente sopralluogo della polizia locale che però non ha rilevato anomalie — e l’Appa, l’Agenzia provinciale per la Protezione dell’Ambiente, che non ha accertato sforamenti ai limiti previsti.
Consulenze di parte
Eppure le due società private a cui l’imprenditrice e il convivente hanno fin qui delegato interventi e rilevamenti per misurare le onde elettromagnetiche, le varie frequenze all’interno dell’abitazione, hanno concluso per un presunto inquinamento elettromagnetico, certificando anomalie e il superamento dei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2023.
E sia il medico di base che i due specialisti a cui la coppia aveva commissionato consulenze medico legali hanno diagnosticato una «elettrosensibilità» dei conviventi, concludendo come i sintomi accusati siano, così come da letteratura, conseguenza compatibile con l’esposizione continuativa e prolungata ai campi elettromagnetici rilevati in casa. Stessi sintomi tra l’altro accusati anche da amici e conoscenti che si fermano nell’abitazione dei due anche per meno di mezz’ora. È tutto nella denuncia querela presentata in Procura a Trento. Quella che ha innescato l’apertura di un fascicolo, a carico di ignoti. Ipotesi di reato il getto pericoloso di cose, applicabile anche alle onde elettromagnetiche.
La Procura: «Si archivi»
Un fascicolo, questo, che in seguito alle indagini, a un anno dall’apertura, la Procura ha chiesto di archiviare. Questo perché Appa, delegata ad effettuare misurazioni, campionamenti, monitoraggi e attività di sorveglianza ambientale durate due mesi, rispetto a frequenze di rete, radiazioni e valori di campi magnetici, sia nell’appartamento in questione, sia negli spazi esterni e nel seminterrato, ha accertato in tutti i casi il rispetto dei limiti previsti. Nessuna violazione quindi è emersa dalle verifiche tecniche di Appa. Misurazioni non complete e per questo non del tutto attendibili, però, a detta del consulente della coppia, Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’istituto di genetica molecolare al Cnr di Bologna, che da oltre 30 anni si occupa degli effetti biologici e genetici dei campi elettromagnetici. Le misurazioni, a suo dire, sono state fatte per tempi limitati, per alcune ore o minuti, e anche se effettuate per un periodo di 44 giorni, la media rilevata non mette comunque in evidenza i picchi di campi elettromagnetici durante i quali la signora, risultata «elettrosensibile» da referto medico, accusa i malori.
A pesare, per la Procura, c’è anche il fatto che non sia stata individuata con certezza l’ipotetica fonte dell’inquinamento e come non sia nemmeno sicura la correlazione, o meglio il nesso causale, tra quest’ultima e i disturbi accusati. Ora la coppia, assistita dalle avvocate Maura Cravotto Schwarz e Romina Targa, si è opposta alla richiesta di archiviazione ed è pronta a dare battaglia in aula, davanti al giudice, per scongiurare che il fascicolo finisca in qualche armadio del tribunale, sollecitando al contempo ulteriori e più completi accertamenti.