Caderzone Terme

domenica 13 Luglio, 2025

Le Giudicarie lanciano «La Via delle Valli»: 50 itinerari per scoprire il territorio

di

Nuovo progetto dell’Apt, il presidente Tullio Serafini: «Vogliamo valorizzare le caratteristiche dei luoghi che vanno da Madonna di Campiglio al Lago d’Idro». Tra i testimonial lo chef stellato Alfio Ghezzi

Cinquanta valli per cinquanta itinerari alla scoperta dell’intero territorio che va dal Lago d’Idro a Madonna di Campiglio, passando da luoghi ormai celebri e celebrati a piccole gemme nascoste che meritano di essere conosciute, apprezzate e rispettate. Questo e tanto altro ancora vuole essere «La Via delle Valli», il progetto presentato ieri a Caderzone Terme dall’Apt Madonna di Campiglio, che propone numerose innovazioni nel modo di fruire il territorio a partire dai dieci «ambasciatori» scelti per rappresentarlo e raccontarlo.

«La Via delle Valli è progetto, al tempo stesso ambizioso e impegnativo – spiega il presidente dell’APT Madonna di Campiglio, Tullio Serafini – la principale motivazione nel realizzarlo è stata la volontà di dare valore alla diversità del nostro territorio di competenza, che va da Madonna di Campiglio al Lago d’Idro. Abbiamo quindi provveduto a mappare le valli che si trovano sull’asse della statale del Caffaro, individuandone un centinaio in totale. Di queste ne abbiamo selezionate cinquanta, e per ognuna di esse abbiamo cercato di metterne in evidenza le caratteristiche positive e accattivanti». In primo luogo, valorizzare la diversità di un territorio vasto e complesso dunque, ma c’è di più: «Il nostro desiderio è anche di riuscire a distribuire i nostri visitatori nello spazio e nel tempo – continua Serafini – ovvero, far conoscere ai turisti il territorio nella sua interezza, permettendo alle persone di poterlo apprezzare senza affollare solo poche località e di tornare a trovarci in periodi dell’anno diversi da quelli più canonici. Non vogliamo rivolgerci solo a chi viene da lontano. Al contrario uno dei nostri obiettivi è dare ai nostri abitanti il senso del valore del territorio, avvicinandoli a parti di esso che magari conoscono poco e che invece meritano di venire riscoperte. Anche per questo la Via delle Valli coinvolge 10 «ambasciatori del territorio», personalità che vivono e rappresentano il territorio, come tali, ideali per raccontarlo e farlo conoscere». Si parla di persone note e non.

Lo chef stellato Alfio Ghezzi, originario di Breguzzo, rappresenta la bellissima, anche se poco conosciuta, Val di Trivena:«A chi vuole venire in queste valli – afferma lo chef – suggerirei di venirci sia perché si è in un ambiente che io ritrovo uguale nel corso di un tempo lunghissimo, di quaranta o cinquant’anni, quindi è un ambiente vero, ma anche perché tutte le persone che ad un certo punto hanno la necessità di avere una relazione spirituale con sé stesse o con l’ambiente qui la possono trovare».

La custode forestale Debora Rambaldini, presta invece il volto alla Val di Nambrone:«Siamo in un posto talmente silenzioso – dice – che è un peccato non godersi questa pace. Arrivare al lago della Vedretta è una bella e dura camminata. Si suda e occorre mettere in conto di fare fatica, ma la fatica serve per avere una soddisfazione personale che ciascuno sente a modo suo quando si arriva in cima». «Il suggerimento che posso dare per affrontare queste valli – racconta la Guida alpina Piergiorgio Vidi – è di partire dal basso, con calma, ammirando tutto ciò che le valli possono offrire. La Val Brenta, ad esempio, come tante altre, offre di tutto diviso per fasce di quota e livello tecnico: dalle bellissime passeggiate a Brenta Bassa e lungo la forra per poi salire a Brenta Alta e ai rifugi storici Brentei e Alimonta. Ancora più su, attorno a 2.600 m, troviamo le ferrate come le Bocchette, che hanno fatto la storia turistica del Brenta, e sopra le ferrate le ascensioni alle cime dolomitiche».

Damiano Filosi è il pastore che da otto anni conduce Malga Lavanech in Val di Daone: «Sono affezionato a questo posto – spiega l’allevatore – perché lo sento mio e per questo me ne prendo cura e me ne considero il giardiniere. Qui non c’è il turismo di massa e per conoscerla bisogna essere disposti a fare fatica, a camminare, ad essere curiosi di vedere cosa c’è di là. A me è sempre piaciuto sapere cosa c’è di là da questa montagna. Allora scali, vai su e guardi cosa c’è di là e poi scopri gli animali, la gente che ci vive e tanto altro. Questo è il bello». Il progetto nasconde anche una componente social e tecnologica. I 50 itinerari che compongono «La Via delle Valli» sono infatti riassunti in un «roadbook», una guida con mappe e descrizioni dei percorsi. Ad esso si aggiunge il «Taccuino del viaggiatore», disponibile nella versione cartacea con timbro, oppure come «Credenziale digitale», sul quale registrare tramite QR code le credenziali di ciascuna valle esplorata. A tutti coloro che «collezioneranno» tutte e 50 le valli verrà assegnato il prestigioso «Passaporto del valligiano».