la reazione
giovedì 3 Luglio, 2025
Fratelli d’Italia contro la pastasciutta antifascista, Cossali (Anpi) attacca Urzì: «Parole prive di contenuto. Sembrano beghe da cortile»
di Sara Alouani
Il presidente dell'Anpi del Trentino replica alla polemica: «Sbeffeggiare la storia è davvero volgare»

Se per Alessandro Urzì la Val di Fiemme è sinonimo di «monti, boschi, architetture rurali splendide, passeggiate» per altri, proprio in quella valle del Trentino, rimane il ricordo indelebile delle stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme, le ultime stragi naziste compiute in Italia tra il 2 e il 4 maggio 1945 dove morirono 45 persone tra cui il conosciutissimo «partigiano nero» Giorgio Marincola.
Non dovrebbe stupire, quindi, che per il prossimo 27 luglio sia stata organizzata una pastasciutta antifascista a Daiano, proprio nel comune di Ville di Fiemme. Evento contro cui si è scagliato duramente il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia con un breve post su Facebook nel quale, dopo aver ridotto, quasi banalizzando, la valle ad una località turistica fatta di monti e foreste ha proseguito, riferendosi alla pastasciutta: «Te la propinano anche in vacanza – scrive Urzì -. Un delirio, una ossessione, oltre ad essere una azione di marketing disastrosa» E poi si scaglia contro il sindaco del Comune organizzatore: «Gianmoena è pure presidente del Consiglio delle autonomie… Equilibrio adieu…».
Parole che hanno suscitato sgomento e che hanno subito ricevuto una risposta a tono a partire dal senatore e vice presidente del Gruppo per le Autonomie, Luigi Spagnolli: «Se Urzì proprio non sopporta la pastasciutta antifascista, può sempre consolarsi con la pasta Balilla».
Ripassando un po’ di storia, la pastasciutta antifascista è una ricorrenza che in Italia esiste da decenni e che celebra l’arresto di Benito Mussolini. In particolare, rievoca il momento storico in cui, il 25 luglio 1943, vennero distribuiti gratuitamente quintali di pasta al burro e parmigiano dai fratelli Cervi, icona della resistenza, per festeggiare la tanto agognata libertà dopo anni di dittatura. «È un momento che unisce allegria al ricordo storico – replica Mario Cossali, presidente dell’Anpi del Trentino –. Questa polemica non ha nulla a che vedere con dibattiti politici o storici, piuttosto mi sembrano beghe da cortile». Ma si può parlare di negazionismo? «Quello c’è sempre – commenta Cossali -. Infatti, questi personaggi si ostinano a voler rappresentare l’alternativa non solo politica ma anche ideologica». Ma il presidente Anpi non è convinto ci riescano, anzi, «ogni volta che ci sono queste polemiche l’antifascismo ne esce rafforzato e anche chi è poco interessato finisce per galvanizzarsi».
E sulla definizione di «ossessione» che Urzì ha dato della pastasciutta antifascista, Cossali tentenna a replicare, disgustato: «È tutt’altro che un’ossessione è una cultura che mira ad essere collettiva, senza steccati senza proibizionismi ideologici e che ricorda la resistenza di tutti quelli che si sono opposti al fascismo». Dello stesso avviso anche Spagnolli che, rivolto a Urzì, attacca: «Se ne faccia una ragione. Non sarà certo lui a riscrivere la storia o a cancellare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la libertà. Davanti a questa storia, l’unica cosa da fare è inchinarsi. Con rispetto. Punto».
Dal canto suo, Cossali si lascia a un’ultima riflessione e precisa che «ora più che mai c’è la necessità di esprimere una certa collettività antifascista anche in modi gentili, urbani e sociali. L’antifascismo non è soltanto il pugno alzato o la militanza pura ma è anche simpatia e comprensione». Poi torna sulle polemiche di Urzì che definisce «povere e prive di contenuto» sottolineando ancora una volta l’importanza storica dell’evento e conclude: «Sbeffeggiare la storia è davvero volgare»
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