Manovra

mercoledì 2 Luglio, 2025

Terzo figlio, la controproposta di Gerosa. «Bonus solo per 3 anni. E non si elimini la dote finanziaria»

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L'assessora ha inviato al governatore i correttivi di Fratelli d'Italia. «Se la misura resta, almeno la si cambi»

Ridurre la durata, da 10 a 3 anni, e ripristinare la cosiddetta «dote finanziaria». Dopo averlo contestato («Fugatti favorisce le famiglie degli immigrati»), Fratelli d’Italia avanza una sua controproposta al bonus per il terzo figlio. Ieri mattina l’assessora Gerosa l’ha spedita al presidente Fugatti: «Mi auguro che le modifiche siano accettate già in giunta», ha fatto sapere la meloniana.
L’assegno per la nascita del terzo figlio – da 200 a 400 euro mensili fino al compimento del decimo anno di età – rappresenta una delle misure principali della manovra di assestamento della Provincia, sponsorizzata fortemente da Fugatti. Il disegno di legge dovrà essere approvato domani dalla giunta provinciale, per poi andare in Aula a metà mese. Nei giorni scorsi, però, è stata sollevata più di una perplessità nei confronti del nuovo sostegno, anche all’interno della maggioranza. Le critiche più dure sono arrivate da Fratelli d’Italia, che ha chiesto il ritiro della proposta: «Altroché prima i trentini — ha attaccato il coordinatore regionale dei meloniani Urzì — Si tratta di un’azione assistenzialista terzomondista».

«Ricordiamo — ha sottolineato ieri Gerosa, a margine dei lavori del Consiglio provinciale — che il bonus sul terzo figlio costa 37 milioni di euro (a regime, ndr). E ricordiamo che è una misura tutta leghista e non per le famiglie trentine, che spesso non riescono a fare neanche il primo figlio». È netta, dunque, la presa di distanza dal provvedimento. «Io, il capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Biada e altri consiglieri di maggioranza — ha aggiunto Gerosa — abbiamo chiesto al presidente Fugatti di sospendere la misura, in attesa dell’importante progettualità integrata già avviata nello scorso autunno». E questa «rimane la prima strada da percorrere».
Fugatti, però, non ha intenzione di ritirare il bonus. «Per questo — ha proseguito l’assessora — ho formulato una proposta al presidente: ridurre la durata del bonus, da 10 a 3 anni, anche per monitorare l’impatto della misura, e allo stesso tempo ripristinare la dote finanziaria, una misura per l’indipendenza dei giovani collegata alla nascita del primo e del secondo figlio, che di fatto è stata sacrificata per sostenere i terzogeniti».

 

La dote finanziaria è, infatti, una delle tre misure – insieme al bonus di 5mila euro e all’assegno di natalità per il terzo figlio – che saranno cancellate per lasciare posto (e risorse) al nuovo assegno decennale. La «dote» consiste in un contributo di 15mila euro alla nascita del primo figlio e di 30mila per il secondo, a copertura parziale o totale di un prestito. «Ho chiesto di ripristinarla e rivisitarla radicalmente perché, come strutturata, presenta moltissime criticità. Questo — considera l’assessora — potrebbe essere un compromesso di partenza per portare l’assestamento in Aula».

 

Il costo attuale della dote finanziaria è di circa 3-4 milioni all’anno. «È importante sedersi a un tavolo per vedere come rivisitarla — ha concluso Gerosa — Ad oggi, almeno che non tu abbia una parte di mutuo da coprire, queste risorse vengono messe sul conto delle giovani coppie, ma così è un esborso senza una progettualità. Dobbiamo cercare di declinare al meglio le risorse pubbliche per finalità che riguardano i figli». L’idea è quella di vincolare il contributo alle spese per i figli.