La novità

giovedì 22 Maggio, 2025

Rovereto, all’ospedale debutta (con qualche disagio) il nuovo sistema informatico. Ferro: “Una rivoluzione”

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L’Azienda sanitaria ha fatto esordire il sistema di gestione

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria trentina l’ha definita una rivoluzione epocale e la sua introduzione sta andando addirittura meglio del previsto, nonostante qualche intoppo naturale che ha creato qualche disagio tra l’utenza, ma che in buona parte è stato risolto. Ci eravamo dati una settimana di tempo – aggiunge Ferro – per capire pregi e difetti del varo di questo nuovo software; abbiamo voluto anticipare la presentazione perché si sono lette cose che non ci risultano vere, come “momenti di tensione” al pronto soccorso per il rallentamento delle procedure».
Da lunedì all’ospedale di Rovereto è in funzione un nuovo sistema informatico evoluto che sostituisce quello obsoleto che contava già vent’anni. Rovereto sta facendo da apripista, ai primi di giugno toccherà al Santa Chiara. Ma di cosa si tratta, in parole semplici? La rivoluzione di cui ha parlato il direttore Ferro è informatica, ma che ha ricadute dirette sulla qualità del servizio fornito al cittadino-paziente. Praticamente è stata attivata una nuova “colonna vertebrale” capace di dialogare e raccogliere tutti i dati raccolti dai diversi software usati non solo al pronto soccorso, ma in tutto l’ospedale. Lo ha spiegato bene Alessandro Bazziga, direttore del Dipartimento tecnologie: «Quando un paziente viene accolto al pronto soccorso non si ferma tutto alla prima visita. Lo stesso paziente poi “gira” per l’ospedale per visite, raggi, risonanze, consulti. Ognuna di queste tappe viene gestita da un software particolare, “personalizzato” perché ultraspecialistico che noi dobbiamo mettere in grado di “parlare” con il programma che permette di raccogliere tutti questi dati e offrire poi un quadro preciso di tutti i passaggi che ha fatto il paziente con i relativi riscontri». I vantaggi di questa “rivoluzione” sono molteplici, magari non direttamente visibili al paziente, ma estremamente importanti per l’Azienda sanitaria: si va dalla banale raccolta dati per finire alla creazione di una meticolosa cartella clinica personale che permette ai medici di avere sempre in mano tutti i dettagli sanitari del paziente per formulare diagnosi e cure ancora più precise.
«A questo programma – aggiunge Bazziga – abbiamo lavorato un anno e mezzo, ma è solo con la messa all’opera che possiamo individuare le cose che non vanno. Già in questi primi giorni abbiamo stilato una lista di imperfezioni da correggere, più o meno importanti e gli operatori sul campo ce le segnalano. Per devo dire che il primo impatto è stato molto positivo. Certo, è un passaggio faticoso anche per il personale che si trova uno strumento totalmente diverso dal precedente e che sapevano maneggiare a occhi chiusi. Ora devono “imparare” a riconoscere le nuove maschere, la nuova disposizione di inserimento dati eccetera. Ovviamente sono stati fatti dei corsi in precedenza, ma il vantaggio più grande è che questo progetto è stato costruito proprio assieme agli operatori, che hanno dato indicazioni precise su come avrebbe dovuto essere».
Sulle segnalazioni di “tensioni” al pronto soccorso nel giorno d’avvio, interviene la responsabile facente funzioni, la dottoressa Barbara Zaia: «Io sono stata qui tutto il tempo, fino a notte inoltrata. Nei primi giorni abbiamo avuto un flusso di pazienti di circa 150 al giorno e non mi risultano tensioni dovute a questa novità. Per quanto ci riguarda stiamo collaborando con gli informatici e registriamo i punti migliorabili di questo sistema».
Per l’utente-paziente l’unica novità visibile è l’aggiunta di uno sportello al pronto soccorso che di fatto ha sdoppiato il triage. Un primo sportello prende in carico il paziente appena arriva dal punto di vista anagrafico (con tempi che viaggiano all’incirca sul minuto e mezzo) e lo passa poi al triage vero e proprio che si occupa solo della parte sanitaria. Questo sdoppiamento è stato pensato per accelerare ulteriormente l’accesso alle cure del pronto soccorso.
«Per noi – commenta il direttore generale Ferro – l’esordio è stato molto buono. Ci eravamo dati una settimana per trarre un giudizio, ma già dopo tre giorni vediamo che l’impatto è molto positivo e ci fa ben separare anche per l’introduzione al Santa Chiara il 4 di giugno, un ospedale molto più grande e complesso. Certo, non possiamo escludere che non ci sia un intoppo in futuro perché magari qualche software specialistico non riesce a dialogare con la struttura principale, ma saranno eccezioni che ci permetteranno di completare quella immensa rete che gestisce il sistema sanitario, una rete che ovviamente comprende anche strutture informatiche non dipendono da noi ma sono nazionali, come ad esempio quella della gestione delle ricette».