Trento

venerdì 16 Maggio, 2025

Lettera «pro Ianeselli», il dirigente nel mirino delle opposizione. Lui: «Difendevo i dipendenti»

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Accuse di parzialità da Goio e Urzì. Ma per il diretto interessato «anche il lavoro degli uffici era stato screditatato nel corso della campagna elettorale»

«Non era assolutamente mia intenzione mettere in dubbio la terzietà della pubblica amministrazione, ma semmai difendere una macchina amministrativa che, non di rado, è finita al centro di attacchi strumentali durante la campagna elettorale». Così il direttore generale del Comune di Trento Enrico Menapace chiarisce il significato della lettera inviata ai dipendenti dell’amministrazione comunale all’indomani delle elezioni. Lettera in cui il dirigente si congratulava con tutto il personale, ritenendo la conferma del sindaco uscente Franco Ianeselli come una sorta di attestato del buon lavoro fatto dalla stessa struttura amministrativa.
Alcuni avevano storto il naso già da subito, ritenendola una presa di posizione politica che farebbe venire meno la neutralità dell’ufficio pubblico e il ruolo di servizio alla comunità, e non al sindaco, di qualsiasi colore politico, dell’amministrazione. Il sindaco Ianeselli ha preferito non commentare la vicenda, mentre lo stesso Menapace ha ritenuto opportuno chiarire le proprie intenzioni. Non sono mancate nel frattempo le reazioni dell’opposizione, da Fratelli d’Italia a Onda e Lega.

 

Il chiarimento di Menapace
«Per noi amministratori i colori politici sono irrilevanti nello svolgimento della funzione pubblica. Nella mail inviata all’indomani delle elezioni comunali ho volutamente esplicitato e sottolineato questo principio, che costituisce la necessaria premessa ai complimenti rivolti al personale comunale» spiega il direttore generale. Dunque, l’intento della mail, forse evitabile e un po’ maldestra, era quello di difendere il lavoro svolto dall’amministrazione. «Nei mesi scorsi a essere criticate non sono state solo le scelte politiche della Giunta, che sono sempre opinabili — afferma Menapace — ma è stato messo sotto accusa l’operato dei servizi comunali, accusati a seconda dei casi di scarsa efficacia, di inefficienza e pure di malafede. Dopo sei mesi alla direzione generale del Comune, posso dire al contrario di aver trovato un’amministrazione pubblica solida, competente, che può contare su professionalità elevate e su una dedizione al lavoro non comune». Segue la considerazione finale: «Quando ho invitato i dipendenti a essere orgogliosi pensavo solo agli aspetti tecnici dell’operato dell’amministrazione comunale, non certo ai risvolti politici, che sono su un piano diverso rispetto al nostro lavoro».

 

Il centrodestra
Non si sono fatte attendere le repliche dal centrodestra, a cominciare da quella dell’ex candidata sindaca, oggi consigliera comunale Ilaria Goio, che definisce «inopportuna e fuori luogo» la mail inviata da Menapace. «Il direttore generale è una figura apicale chiamata a garantire neutralità e imparzialità. La sua comunicazione appare come un’implicita presa di posizione politica, allineando i dipendenti comunali al sindaco Ianeselli, e compromette questo principio fondamentale». Soprattutto, secondo Goio, la lettera «suggerisce che, in caso di un diverso esito elettorale, la struttura comunale non avrebbe lavorato con impegno, efficienza, alta professionalità e autonomia negli ultimi cinque anni». Un segnale «preoccupante che distoglie dall’obiettivo primario dell’amministrazione: servire i cittadini, non le logiche di parte». Con Goio anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì: «Quindi se avesse vinto il centrodestra tutti i dipendenti del comune di Trento sarebbero stati definiti dal direttore generale incapaci, con scarsa professionalità, svogliati? Auspichiamo che Menapace prenda atto dell’inadeguatezza solo di sé stesso ai vertici della direzione generale del Comune di Trento e si faccia da parte. Sarebbe il minimo sindacale da chi non ha compreso quale sia il ruolo di un dirigente, che non è quello di fare propaganda o di lisciare il pelo al Capo supremo dell’amministrazione, il sindaco vincitore». Per la Lega, invece, ha commentato sui social il capogruppo in consiglio provinciale, Mirko Bisesti: «Immaginate se fosse successo in Provincia o se il sindaco fosse stato della Lega. Ci sarebbero state manifestazioni, indignazione generale e si sarebbe invocato l’intervento dell’Onu per la mancanza di democrazia».

 

«L’errore è nel sistema»
A commentare c’è poi un’altra neoeletta consigliera comunale, che era candidata sindaca con Onda, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista, Giulia Bortolotti: «Io quella mail l’avevo anche ricevuta come presidente di circoscrizione e l’avevo ignorata stendendo un velo pietoso – racconta – Sicuramente è inopportuna, sarebbe bello pensare che chi lavora nell’amministrazione pubblica abbia un atteggiamento laico. Invece non è così». E secondo Bortolotti, la ragione sarebbe sistemica: «La nomina viene dal sindaco, così come accade per la Provincia, e questo non sempre garantisce l’imparzialità e che non ci siano le influenze del politico di turno». In particolare, ribadisce la consigliera, «lo si vede in modo chiaro in Provincia, con una serie di incarichi diretti che non favoriscono il fatto che chi dirige la macchina amministrativa sia indipendente. È proprio il sistema che è sbagliato. E questa mail lo mette in evidenza».