politica
giovedì 15 Maggio, 2025
Terzo mandato verso lo stop, Casellati: «Lunedì il consiglio dei ministri. Decideremo se rinviare alla Consulta»
di Donatello Baldo
La ministra per le Riforme: «Impugneremo per capire se anche le Province a Statuto speciale debbono attenersi a quella che è la normativa nazionale»

Da una parte l’ombra dell’impugnativa che potrebbe essere decisa dal governo nazionale, dall’altra la decisione delle minoranze di convocare il referendum. La maggioranza che sostiene Fugatti — anzi, la maggioranza che ha votato il terzo mandato, quindi senza Fratelli d’Italia — è in queste ore in fibrillazione. E ieri la tensione era alta, soprattutto per l’attesa di quello che decideranno a Roma.
Convocazione del Governo
Ieri era dato per convocato il Consiglio dei ministri, con all’ordine del giorno l’impugnativa della norma sul terzo mandato. Quelli di Fratelli d’Italia erano sicuri che avrebbe vinto la linea di Giorgia Meloni, che ha impugnato anche la legge sul terzo mandato approvata dalla Campania, bloccando così le velleità leghiste sulla prosecuzione dei mandati per il governatore del Veneto Luca Zaia. Poi la convocazione è slittata a lunedì, e c’era giù chi stappava le bottiglie: «Lunedì i termini per impugnare sono scaduti. Da Statuto sono trenta giorni dalla pubblicazione della norma», che è avvenuta il 19 aprile. Quindi, per inviare la legge trentina ala Corte costituzionale, ci sarebbe tempo solo fino a domenica 18 maggio, la prossima. E lunedì è il 19. Poi però, chi mastica un poco di diritto, spiega ai leghisti che vale la massima dies a quo non computatur in termino, il primo giorno non si conta e la scadenza è il 19. E lo conferma poi anche la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati: «C’è tempo fino al 19 maggio per valutare se impugnare la legge sul terzo mandato della provincia di Trento. Lunedì ci sarà il Consiglio dei ministri e il governo deciderà in quella sede».
Lo scontro a Roma
La ministra è entrata anche nel merito: «Se c’è una legge di una Provincia a Statuto speciale che parla di terzo mandato, un problema si pone nel rapporto con la legge ordinaria. Lunedì vedremo per forza visto che i tempi scadono». Ma la legge sarà dunque impugnata? Casellati non si pronuncia, ma spiega la ratio, in linea generale: «Si impugna per capire se anche le Province a Statuto speciale debbono attenersi a quella che è la normativa nazionale oppure possano avere la possibilità di una determinazione diversa per la specialità. Io ritengo di no, però è questo il quesito». E ribadisce: «Aspettiamo che il Consiglio dei ministri decida», spiegando poi di non conoscere la posizione della Lega. «Calderoli ancora non si è pronunciato ma — aggiunge sibillina — in un certo senso lo ha fatto». E si riferisce alla scontro che è già avvenuto qualche giorno fa, sempre in Consiglio dei ministri, quando la stessa Casellati ha anticipato la sua volontà di impugnare, mentre Calderoli ha sostenuto la tesi opposta.
Lo scontro a Trento
Sembra che tutto porti all’impugnativa. Anche se Salvini, a Trento per la scorsa campagna elettorale, pronunciava un sonoro e potente «no» all’ipotesi di un rinvio alla Corte costituzionale del terzo mandato trentino, sono gli stessi leghisti ad ammettere che questa potrebbe la prospettiva. E c’è già chi pensa alle contromisure, che sembrano più che altro rappresaglie. «Se a Roma Fratelli d’Italia si impone su una legge votata dall’Assemblea dell’Autonomia trentina — diceva ieri un consigliere del Carroccio — di sicuro non casca il governo Meloni. Ma sul territorio ci sarebbero senza dubbio delle ripercussioni politiche». Verso Fratelli d’Italia del Trentino? «Verso chi sostiene questa linea». E la risposta, seppur detta in «politichese», appare chiara.
Referendum trasversale
Se non bastasse la probabile vittoria di Fratelli d’Italia a livello nazionale sulla Lega, che potrebbe dover ingoiare la seconda impugnativa sul terzo mandato (la prima contro De Luca ha bloccato Zaia, e questa bloccherebbe anche le aspettative del governatore del Friuli Fedriga) a livello locale Fratelli d’Italia guarda con favore alla decisione dell’opposizione di indire il referendum contro la norma che è stata ribattezzata «Salva Fugatti». Ufficialmente, il partito dice che «decideranno i cittadini in base alla loro coscienza». Ma nei fatti c’è già chi pensa a ingaggiare la battaglia. Ieri, a margine dei lavori del Consiglio regionale, la consigliera del Pd Lucia Maestri ha avvicinato la vicepresidente della giunta Trentina di Fratelli d’Italia Francesca Gerosa: «Non avrei mai detto che un giorno ci saremmo trovate a fare una campagna referendaria dalla stessa parte». E Gerosa: «Mai dire mai, ma so già che sarebbe una bella avventura». Per poi disquisire sul fatto che «un referendum senza quorum si può vincere». E se si vince, Fugatti non potrebbe ricandidarsi, lasciando spazio al centrosinistra per la riconquista della presidenza della Provincia. O a Gerosa. Chissà.
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