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domenica 11 Maggio, 2025

Casarini (Mediterranea): «In mare ho visto e combattuto la morte»

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Il fondatore dell'associazione Mediterranea Saving Humans ha presentato il suo libro a Trento

«In mare mi sono trovato diverse volte a pensare: ma cosa succede se la nave affonda? Mi sono trovato nella situazione in cui si trovano tutti i giorni fratelli e sorelle». Ieri, il fondatore dell’associazione Mediterranea Saving Humans, attivista Luca Casarini ha presentato il suo nuovo libro «La cospirazione del bene», nel quale racconta le sue missioni di salvataggio in mare dei migranti con la nave di Mediterranea. Lo ha fatto nella libreria Due punti di San Martino, in dialogo con Federico Zappini. «Fratelli di casa che stanno sull’altra sponda e non sono come li chiama Trump “Aliens”, ma vicini di casa», ha sottolineato. Fratelli e sorelli invisibili in una società pervasa dalla logica dell’individualismo. «Noi come facciamo a capire e a vedere cosa sta accadendo? Viviamo in un mondo in cui l’idea è l’egemonia. Il tema centrale è quello dello sterminio reciproco. Ma il punto è capire quando capiterà agli altri di sterminare noi o noi di sterminare loro— ha detto— È una crisi che diventa sistema». La cospirazione del bene presuppone però un pensiero profondo, capace di andare sotto la superficie delle cose, dove il flusso dei pensieri assume un ritmo diverso. «Per cospirare prima bisogna imparare a non respirare, a stare in apnea— continua— quando si sta sott’acqua i pensieri sono diversi da quando si sta sopra». In mare, Casarini ha guardato più volte la morte in faccia: «Mi sono trovato a combattere contro la morte». L’autore del libro ha attraversato una trasformazione interiore. «Il 28 giugno 2018 ho fatto un incubo che mi ha devastato: ho visto i due miei figli affogare. Da lì è cominciata l’avventura di Mediterranea. Ho convinto alcuni miei amici a fare una nave. Non avevamo un soldo, non avevamo idea di come essere marinai e come si stesse in mare— riflette— L’unica possibilità che abbiamo per vivere è la reciprocità con gli altri. Noi siamo votati alla reciprocità, non possiamo escluderla: i fratelli e le sorelle si scelgono, noi li soccorriamo e loro ci salvano». Un concetto messo in pratica da Mediterranea. «Abbiamo elaborato un concetto di accoglienza che non è aspettare che arrivi qualcuno, ma andargli incontro. Questa è la sfida per un’Europa che tra trent’anni avrà duecento milioni di persone che vengono dall’Africa», ha concluso l’autore. Nel volume anche uno scritto di papa Francesco, che ha sempre sostenuto l’associazione.