Santa sede
giovedì 8 Maggio, 2025
Conclave, alle 16 il nuovo scrutinio, attorno alle 19 la fumata (bianca o nera) obbligatoria. E se manca il Papa, continuerà la reclusione
di Davide Orsato
Statisticamente è la data più probabile. Cosa succede (e come funziona il momento chiave dei pasti)

Quello di oggi, giovedì 8 maggio, è il secondo giorno di conclave. Potrebbe essere anche quello definitivo: del resto, le ultime due elezioni al soglio pontificio, quella di Benedetto XVI (Josef Ratzingher) e di Francesco (Jorge Mario Bergoglio) sono avvenute tutte nel giorno di 48 ore, al quarto scrutinio nel 2005, al quinto nel 2013. Si fece attendere un giorno di più, invece, l’elezione di Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, che arrivò al terzo giorno e alll’ottavo scrutinio. Tutti i conclave del ventesimo secolo si sono chiusi entro cinque giorni e, al massimo, quattordici scrutini. La più rapida fu l’elezione di Pio XII, in meno di 20 ore e al terzo scrutinio: era il 1939.
Dunque, le probabilità di vedere la fumata bianca entro sera sono molto alte. Ma se dovesse slittare di un giorno non ci sarebbe nulla di strano. Come ha dichiarato, infatti, un veterano della Curia romana, come monsignor Giulio Viviani, questa volta ci sono tantissimi cardinali nuovi e in pochi si conoscono. Potrebbe volerci qualche votazione in più per avere un nome che «decolli».
Nella pomeriggio di oggi ci sono due finestre utili all’elezione. Quella del terzo scrutinio (i risultati attorno alle 17 – 17.30): ci sarà la fumata solo se bianca. Altrimenti, come prevede la costituzione apostolica che regola il voto, e che risale al pontificato di Paolo VI, si procede subito con lo scrutinio successivo. Terminato questo, attorno alle 19.30 (ieri, mercoledì 7 maggio sono divente le 21, ma si era accumulato il ritardo già con il rito d’ingresso nella cappella Sistina e con la lunga meditazione, successiva, di padre Raniero Cantalamessa), si bruceranno tutte le schede, con la fumata finale della giornata, bianca o nera che sia.
Se il Papa sarà eletto, ci sarà l’annuncio con l’«Habemus Papam», altrimenti i cardinali torneranno a essere reclusi all’interno della Santa Marta. Non è possibile nessuna forma di comunicazione con l’esterno, i dispositivi elettronici sono sequestrati. Nonostante questo, diverse testate giornalistiche hanno già fatto trapelare dei rumors relativi alla prima votazione.
E se non sarà eletto? Allora i cardinali dovranno rientrare tutti negli appartamenti della Casa Santa Marta per un altro giorno di reclusione dall’esterno. Garantiti tutti i servizi ma i pasti sono sobri. Il menu – di massima – risale addirittura al 1300, quando papa Clemente VI ordinò non più di tre portate di cui una zuppa, carne, pesce o uova e infine formaggio o frutta. Col tempo è diventata leggendaria anche la «pasta del Conclave»: una ricetta semplice con burro e parmigiano. Non è solo aneddotica, il momento del pasto è anche uno dei più importanti per le consultazioni che porteranno all’elezione.