l'analisi

martedì 6 Maggio, 2025

Elezioni, il centrodestra diviso perde forza. Ora i ballottaggi per recuperare. E 4 Comuni salvati dal mini quorum

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Grande sconfitta bipartisan il crollo dell'affluenza. Il governatore Fugatti: «Giovani assenti alle urne, dobbiamo coinvolgerli»

Bisognerà aspettare il ballottaggio del 18 maggio per sapere chi ha vinto e chi ha perso. Il primo turno delle elezioni comunali ha restituito una fotografia in chiaroscuro per le due grandi coalizioni. Da un lato il centrodestra autonomista ha perso l’occasione per capitalizzare il proprio consenso: disunito, perde forza, non riesce a sfondare nei centri più grandi. Dall’altro il centrosinistra non può gioire troppo (per la vittoria di Trento, il trionfo di Lavis e il risultato di Riva del Garda), perché ha perso Dro, Arco e si è lasciato raggiungere a Mori. Una cosa è certa: in termini di partecipazione, tutte le forze politiche escono sconfitte dal voto di domenica scorsa. L’affluenza si è fermata al 54,5% (253.506 votanti), in calo di dieci punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Quasi un trentino su due non è andato alle urne. Tra gli 85 Comuni monolista (con un unico candidato), uno solo – Cimone – sarà commissariato, ma altri quattro sono stati salvati dal quorum depotenziato del 40%. «Un appello va lanciato ai giovani, a volte i più assenti dalle urne. Serve un forte impegno per lavorare sul loro coinvolgimento», così il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, commenta il dato dell’astensionismo.
Il centrodestra
Su 154 Comuni alle urne, 11 torneranno a votare il 18 maggio: Pergine Valsugana, Riva del Garda, Arco, Mori, Avio, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Novella, Volano e Ville d’Anaunia. Sono 142, invece, i sindaci neoeletti.
La partita del ballottaggio sarà decisiva per scoprire il vincitore di queste elezioni comunali. Per il centrodestra Mori è la cartina tornasole di questa tornata. Lega, Patt e La Civica hanno ottenuto un buon risultato, a tratti sorprendente, con il candidato Nicola Mazzucchi (38,4%), vicesindaco uscente in rottura con l’amministrazione precedente. E sono riusciti a strappare il ballottaggio al sindaco uscente di centrosinistra Stefano Barozzi (42,6%). Sul terzo gradino del podio la candidata di Fratelli d’Italia (18,9%), che è rimasta esclusa dalla coalizione formata da Lega, civici e autonomisti. Ecco, se il centrodestra si fosse presentato unito, avrebbe potuto vincere anche al primo turno a Mori. Ad Avio, invece, si scontreranno al ballottaggio due candidati di centrodestra: il sindaco uscente Ivano Fracchetti, sostenuto dalla Lega e da tre civiche (tra cui quella dell’assessore Spinelli), e l’ex sindaco Federico Secchi, già candidato di Fratelli d’Italia.
Anche a Cles la coalizione al governo della Provincia si è frantumata. Il fronte del centrodestra autonomista si è diviso: il Patt sostiene l’assessora uscente Stella Menapace (nella giunta di Ruggero Mucchi), prima candidata con il 41,4%, e Fratelli d’Italia si è presentato in solitaria con Vito Apuzzo, che ha totalizzato il 18,6% delle preferenze. Risultato: ora il centrodestra dovrà battersi al ballottaggio contro la consigliera provinciale Paola Demagri (39,9%), candidata sindaca del centrosinistra.
Le lotte intestine – ma anche e soprattutto l’inchiesta Romeo – hanno portato a un conto molto salato a Riva del Garda, dove il centrodestra rischia di perdere l’amministrazione (guidata dalla leghista Cristina Santi nella scorsa consiliatura). Il candidato della Lega Carlo Modena si è fermato al 9%, mentre l’altra candidata del centrodestra, Silvia Betta, sostenuta da una coalizione formata da Patt, FdI e La Civica, ha preso il 29,3%. Betta si scontrerà contro Alessio Zanoni, che guida il centrosinistra.
Rimanendo compatto, il centrodestra autonomista – con Marco Morelli – ha conquistato il primato a Pergine Valsugana con il 43,4%. Ora dovrà vedersela il 18 maggio con il civico Carlo Pintarelli (35,1%), che raccoglie l’eredità del sindaco uscente Oss Emer, vicino al centrosinistra (al 21,3%). L’alleanza si è presentata al completo anche ad Arco: qui il centrodestra autonomista – con Alessandro Amistadi (29,7%) – ha agguantato il ballottaggio contro la candidata ambientalista Arianna Fiorio (35,5%).
A Trento il centrodestra ha perso le sue costole civiche, territoriali e autonomiste, fermandosi al 26,6% con Ilaria Goio.
Il centrosinistra
Nel capoluogo il centrosinistra è riuscito a vincere al primo turno con il sindaco uscente Franco Ianeselli (54,6%), mantenendo il primato assoluto sulla città. Il Pd e i suoi alleati festeggiano, anzi trionfano a Lavis con il sindaco uscente Luca Paolazzi (79,9%). Il centrosinistra gioisce anche per il ballottaggio raggiunto a Cles con Demagri: ora tenterà l’impresa il 18 maggio. A Riva del Garda sfiora la vittoria al primo turno con Alessio Zanoni (48,7%): sarebbe stato un altro trionfo. A Pergine Valsugana il centrosinistra tiene. Risultato sorprendente a Borgo Valsugana con la candidata sindaca Martina Ferrai, che ha preso il 41,2% dei voti: andrà al ballottaggio come prima candidata.
Il centrosinistra va male, invece, ad Arco: si è passati dal sindaco del Pd, Alessandro Betta, al non accedere neanche al ballottaggio. Il Partito democratico perde anche Dro, conquistata dalla civica Ginetta Santi. E a Mori, come detto, sfuma la vittoria al primo turno, nonostante i pronostici favorevoli.
Crollo dell’affluenza
L’altro grande dato politico di queste elezioni comunali è, appunto, l’affluenza, che è crollata di dieci punti percentuali, complice anche il ponte del 1° maggio. Se guardiamo indietro nel tempo, vediamo un trend progressivo di disaffezione: in quindici anni l’affluenza è passata dal 70 al 54,5%. «Preoccupazione» è stata espressa ieri anche dal governatore Fugatti: «È un tema noto, che non riguarda solo la nostra provincia e che purtroppo si è aggravato e richiede uno sforzo supplementare da parte di tutti, istituzioni e cittadini. Forse c’è la sensazione da parte dei cittadini di non riuscire a incidere realmente sulle future decisioni degli amministratori e quindi si allontanano dalla fase elettorale. Sta a noi istituzioni dimostrare ai cittadini di occuparci dei loro reali problemi».
Nonostante il calo dell’affluenza, si sono salvati quasi tutti i Comuni monolista. Quattro municipi hanno superato lo spauracchio del commissario solo grazie al mini-quorum, ridotto dal 50 al 40% dalla Regione appositamente per queste elezioni. Si tratta di Castello-Molina di Fiemme, Ziano di Fiemme, Grigno e Nogaredo.