accoglienza
sabato 28 Dicembre, 2024
Migranti, la Residenza Adige verso la chiusura: servono 75 posti per accogliere donne e bambini
di Simone Casciano
Struttura da svuotare entro aprile 2025. Anche la residenza Fersina chiuderà i battenti: 280 richiedenti asilo rimarranno senza una casa

Senza una casa a fine aprile. Sembra questo il destino dei 75 richiedenti asilo accolti attualmente nella residenza Adige alla Vela di Trento. Si tratta di donne, bambini e piccoli nuclei famigliari. Persone accolte all’interno del sistema di accoglienza trentino ma che da aprile dovranno lasciare la struttura. È quanto emerge dalla delibera con cui la Provincia ha rinnovato l’accordo con il Commissariato del Governo per l’accoglienza. Carte che annunciano la chiusura della residenza Adige e della residenza Fersina. Strutture che oggi forniscono rispettivamente 75 e 280 posti dei 730 previsti dal sistema e per cui, al momento, non è stata trovata un’alternativa.
Strutture verso la chiusura
La residenza Adige è attiva da tempo alla Vela, è gestita da Kaleidoscopio, e al suo interno ospita donne con minori e piccoli nuclei famigliari. I posti in struttura sono 75 e sono più o meno tutti occupati. La residenza Fersina si trova invece su via al Desert, anche questa è gestita da Kaleidoscopio, e ospita 280 richiedenti asilo, giovani adulti. Entrambe le strutture saranno chiuse nel 2025. La Fersina a fine anno per i lavori in zona legati all’ospedale, mentre la residenza Adige dovrà essere vacata prima: il 30 aprile 2025. Questo perché il proprietario dell’immobile ha chiesto di rientrare in possesso della struttura. A questo punto quindi la Provincia è chiamata a trovare dove ridistribuire 355 posti, ma al momento piani concreti non ce ne sono. «Gli uffici sono al lavoro per trovare una soluzione» spiega l’assessore provinciale alle politiche sociali Mario Tonina. «Si stanno facendo ricerche di mercato ancora non definite – aggiunge Antonio D’Urso, dirigente del dipartimento salute e politiche sociali – Fortunatamente ci sono ancora 5 mesi di tempo e troveremo una soluzione».
Rebus sui servizi
Dal rinnovo dell’accordo con il Commissariato del Governo sull’accoglienza emergono anche altri fattori. Sono confermati a 730 i posti per i richiedenti asilo, nonostante il bisogno sul territorio sia più alto, calano invece da 400 a 300 quelli riservati agli sfollati ucraini, una rimodulazione fisiologica dovuta al ritorno in patria di alcuni nuclei. Aumenta poi la spesa al giorno per richiedente asilo che sarà sostenuta dallo Stato e che passa da 36 a 40 euro al giorno. «È una richiesta che era stata avanzata dalla Provincia al Commissariato del Governo e che è stata accettata all’interno dell’accordo» spiega D’Urso. Maggiori risorse a cui però bisogna capire se faranno fronte maggiori servizi. È noto infatti come il decreto Cutro abbia tagliato tutta una serie di servizi che prima venivano forniti dal sistema di accoglienza: corsi di lingua supporto legale, assistenza psicologica. Se il Trentino si allineerà o meno ai nuovi capitolati di spesa nazionali, che prevedono tra l’altro un maggiore onere di rendicontazione e burocrazia, è ancora da vedere. Sarà deciso con una successiva delibera, per il momento gli attuali servizi sono stati prorogati per 3 mesi.
Un nuovo bando
Intanto la Provincia ha riproposto anche il bando di affidamento per l’accoglienza dei nuclei monogenitoriali, quindi solo padre o madre con figli, che era andato deserto lo scorso autunno. Avviso pubblico che non aveva ricevuto risposta sia perché chiedeva agli enti del terzo settore di mettere a disposizione una struttura, sia perché si concentrava ancora su Trento, in osservanza di quel modello, voluto dalla giunta provinciale, per cui si è passati dall’accoglienza diffusa in Trentino all’accoglienza «ammassata» su Trento. Su almeno uno dei punti la Provincia ha quindi trovato una soluzione.
L’avviso rimane concentrato su Trento ma viene messa a disposizione la struttura di via Bezzecca 10 per l’accoglienza dei nuclei.
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