sabato 9 Novembre, 2024
Più di 50 persone al sit in di Arcigay davanti al bar Carasau, dove giovedì è stata bruciata una bandiera arcobaleno
di Luca Galoppini
La protesta in reazione all'atto vandalico. Il presidente Shaman Droghetti: «Odio verso le minoranze ancora forte»

Nella mattina di giovedì 7 novembre, una bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQ+, è stata bruciata davanti all’ingresso del bar Carasau nel centro di Trento. La bandiera, esposta dalla proprietaria Monica Cadau come segno di inclusione e solidarietà, è stata data alle fiamme da ignoti, suscitando forte indignazione tra cittadini e attivisti per i diritti umani.
Il gruppo «Arcigay del Trentino» ha organizzato un sit-in davanti al locale nella giornata di sabato 9 novembre per esprimere solidarietà alla gestrice e per chiedere rispetto e sicurezza per la comunità LGBTQ+. «Tutto ciò sottolinea come nella nostra comunità sia ancora forte l’odio nei confronti delle minoranze. Questo è un atto che non può essere preso alla leggera, perché rappresenta come l’odio nei nostri confronti è insediato anche nella società trentina, in Italia e nel mondo. Un gesto violento, che si propaga come attacco diretto alla nostra comunità» – ha sottolineato il presidente Shaman Droghetti. Presenti anche Unione-degli-Universitari (UDU) e altri enti sensibili ai diritti della comunità LGBQ+ .
Il sostegno è arrivato anche dal sindaco Franco Ianeselli, assente a causa di impegni amministrativi all’estero.
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