Addio al giornalista del T
sabato 13 Gennaio, 2024
Levico in lutto: è morto il giornalista Beppe Castro. «Un protagonista della nostra comunità»
di Daniele Benfanti
È scomparso il corrispondente del «T» e anima del sito «Levico Report». Lascia la moglie Natalia e la figlia Enza . Il vicesindaco Arcais: «Arrivato dalla Sicilia, è entrato subito nel cuore della nostra comunità. Era un uomo buono»

Quel dribbling che a lui era riuscito tante volte in 59 anni di vita, ieri si è trasformato in un «tunnel» subìto a tradimento. Il pallone è rotolato mestamente in fondo alla rete. Tutti noi del T abbiamo sperato in un rapido contropiede, in un capovolgimento di fronte forse impossibile. Sarebbe bello sentire che la morte era in fuorigioco, che l’arbitro ha fermato il gioco poco prima di quel gol per cui nessuno esulta e tutti piangono. Un’azione irregolare, non consentita dal regolamento, strappare alla vita Beppe Castro, corrispondente del «T» da Levico dalla nascita del nostro giornale, 15 mesi fa, direttore responsabile del sito calcistico ItaSportPress (specialista in calciomercato e calcio estero) e collaboratore della Gazzetta dello Sport, interista fino al midollo.
Ivano Bordon, il suo idolo da ragazzo, aveva firmato anche la prefazione del suo libro. Nel calcio anni settanta e ottanta Beppe trovò poesia e romanticismo, oltre una ragione di vita per superare momenti duri e lutti in famiglia. Vorremmo che Beppe ora potesse alzare un braccio, lì, in mezzo al campo dell’informazione che, col pallone, è stata la sua vita, la sua passione, il suo lavoro, e chiedere al mister che determina la nostra ora un cambio in panchina, per tornare in campo la prossima partita, in piena forma. Sarebbe bellissimo. Beppe Castro giusto un anno fa pubblicava una sorta di testamento, un libro intitolato «Un dribbling alla morte», quasi se lo sentisse che non siamo eterni e che la vita può giocarci brutti scherzi in men che non si dica, quando meno te lo aspetti. Per i colleghi, quel dribbling è riuscito comunque, resterà il marchio di fabbrica di Beppe Castro. Un libro in cui a cuore aperto, solo come un grande siciliano può e sa fare, ha raccontato tutto di sé. Anche storie personali scomode, amarezze, emozioni che in molti preferiamo tenere per noi, per pudicizia. Invece Beppe era un libro aperto perché ragionava con il cuore e legava con tutti. Emozioni che ha messo nel libro, nella vita, nel suo modo di scrivere.
Dopo un mese e mezzo di malattia implacabile ha dovuto lasciare il rettangolo di gioco della vita ben prima del 90’. Classe 1964, siciliano di Aci Castello (Catania), giornalista sportivo e cronista dal grande fiuto (esordi a «La Sicilia»), autore di tanti scoop, Beppe Castro lascia la moglie Natalia e Enza («la mia alba del giorno nuovo»), 29 anni, figlia avuta dal primo matrimonio, che porta il nome dell’amatissima madre, persa quando aveva 16 anni. I funerali di Castro saranno nella sua Sicilia, ad Aci Castello, di fronte a quegli scogli e a quel mare che Giovanni Verga ha reso immortali nel romanzo verista «I Malavoglia», quei «vinti» che per la prima volta entrano nella grande letteratura, vicino a quella lava vulcanica dell’Etna che Beppe portava dentro: vulcanico, entusiasta del suo lavoro, un tornado quando passava in redazione a Trento a salutare i colleghi, annunciando il prossimo «colpo» giornalistico.
«Un entusiasmo convinto con cui Beppe aveva colto la sfida del T» ricordano tutti in redazione. E di quella Sicilia orientale Beppe, dopo un passaggio professionale a Milano, aveva portato a Levico, scelta perché il lago era un piccolo mare, anche una vena barocca, con una prosa ricercata come le facciate degli splendidi palazzi del catanese.
Levico, dove in pochi anni era riuscito a conoscere tutti, piange ora un giornalista scrupoloso e attento, che era diventato subito «uno di qui». Il sindaco Gianni Beretta è affranto: «Purtroppo ci si accorge sempre tardi di quanto una persona sia bella. Lui è arrivato in punta di piedi, dalla Sicilia, e si è subito fatto voler bene, ha creato un buon rapporto, sincero e diretto. Poi con le sue dirette del sito e profilo Levico Report ha fatto parlare anche molti levicensi su varie tematiche. Pensare che mi ha fatto riscoprire il lago di Levico in canoa, ci andava tutte le mattine».
Parole di amicizia e dolore anche da parte del vicesindaco di Levico, Patrick Arcais: «Fin dal suo arrivo a Levico, Beppe è entrato nel cuore della nostra comunità. Prima come corrispondente del Trentino, poi curando la rubrica Levico Report, molto attiva anche e soprattutto durante la pandemia, con video interviste ad amministratori locali e rappresentanti della società civile, poi tornando alla sua passione, entrando nella squadra de «il T». Beppe ha portato in questi anni un po’ di Aci Castello a Levico, ed ora che tornerà a riposare per sempre a casa sua, siamo certi che porterà con lui un po’ di Levico. Ciao Beppe, uomo buono».