L'intervista doppia

domenica 9 Aprile, 2023

Betta e Santi: «Niente comune unico ma è ora di lavorare insieme»

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I sindaci di Riva e Arco vogliono superare il campanilismo. «Sono tanti i temi ormai condivisi sul territorio, dalla viabilità alla fascia lago fino al teatro e alla palestra»

Scoppia la pace tra i Comuni di Arco e Riva del Garda. Dopo mesi di frecciatine a mezzo stampa e contrasti su temi come la viabilità e i rifiuti, i sindaci Cristina Santi e Alessandro Betta si sono incontrati al “T” per promettersi di lavorare insieme.
Torniamo quindi a chiedere, il Comune unico è desiderabile?
S: Riva e Arco hanno una storia diversa, non siamo ancora pronti per un’unica municipalità. Dobbiamo essere pronti per lavorare insieme. Più volte io e Alessandro ci siamo resi conto che servono progettualità comuni. Un Comune, dico no. Ma per lavorare insieme su progetti specifici, quello sì.
B: C’è un detto che dice che solo gli asini non cambiano idea…ma io su questa cosa non ho cambiato idea. Resto coerente. La Val di Ledro fece il famoso passo per unirsi e oggi non tornerebbero più indietro. Il nostro territorio è molto competitivo tra Comuni, e questo ci penalizza. Per noi sarebbe un passo importante, saremmo il terzo polo urbano, per me anche il secondo. Non siamo pronti però, vedo lontano l’obiettivo. Io credo nella Comunità di Valle come parte del percorso.
Come si chiamerebbe?
B: Garda Trentino. Il nome non è un fattore identitario, a Bolognano si sentono di Bolognano ma sono di Arco.
S: Ma pensate che un cittadino rivano accetterebbe di chiamarsi Garda Trentino? Riva del Garda guarda al lago.
Lavorare insieme. Ma i Comuni fanno fatica. Esempi sono la fascia lago con Nago Torbole, la viabilità di Varone.
S: Divergenze ci sono state, siamo anche di schieramenti diversi anche se alla fine il colore passa in secondo piano. Qualche errore è stato fatto in passato, ma nei prossimi due anni vorrei lavorare in sinergia con il Comune di Arco. Un progetto su tutti: la piscina sovracomunale. Per questo abbiamo mandato avanti le nostre municipalizzate. Dobbiamo assolutamente fare una piscina. L’area al momento non c’è ancora. Non importa però tanto dove, importa che sia fatta.
B: Sulla fascia lago di Nago Torbole, noi eravamo per una fascia lago unica per tutto il Garda Trentino. Se si cerca di dire che non c’è dialogo, è un cercare di scappare su una cosa che non si voleva fare. Poi, il tema piscina per me è fondamentale. Un esempio: tutti i comuni costruiscono un campo di calcio. E qui si ritorna sul tema del Comune unico. In Busa ci sono tipo 12 campi da calcio. E le società in qualche modo devono pagare i giocatori tramite rimborsi perché non riescono a mettere insieme le squadre. Ma su quattro persone a questo tavolo, tutte e quattro probabilmente andranno in piscina, mentre non so quanti di noi giocano a calcio. Eppure…finalmente ora stiamo mettendo fuori la testa con progetti per il territorio. L’ospedale, la piscina, forse il teatro.
S: Una volta potevamo avere due ospedali, oggi non riusciamo a tenerne in piedi uno. Eppure noi come zona turistico sportiva avremmo assoluta necessità di un certo tipo di servizi medici. Una volta ci si poteva anche permettere di avere due teatri. Oggi non sono più i tempi. Gli investimenti devono essere sostenibili.
B: Una volta si faceva tutto caricandosi di debiti, dicendo: ci penseranno domani. Nel 2010 Arco aveva 10 milioni di debiti.
Quindi il teatro di Arco sarà anche quello di Riva?
B: Mi auguro che sia così.
S: No, ci sarà il teatro anche a Riva, modificato ma ci sarà purtroppo, perché ormai c’è l’appalto. Non potevamo sostenere un aumento di spesa come preventivato, così abbiamo dovuto ridurre il progetto, sapendo che Arco comunque avrà un teatro.
B: Dovremmo capire quando sarà pronto quello di Arco. E comunque anche per questo la Comunità di Valle resta il luogo di confronto tra sindaci. Ma la politica deve essere seria, neanche i sindaci possono permettersi di dire una cosa, pensarne un’altra e farne un’altra ancora. Serve un confronto serio.
La Comunità di Valle ha fatto anche da regia per il sistema di raccolta dei rifiuti.
B: Per ora siamo due ad avere un sistema simile, Arco e Riva. Servirebbe un sistema provinciale.
S: Riva e Arco fanno la stessa cosa ma nel raggio di cinque chilometri cambia perfino il colore dei bidoni.
B: Servono sinergie per avere una gestione unica dei rifiuti, della piscina, dei parcheggi.
Parlate di gestione comune, ma sono le società in house Apm e Amsa a gestire un po’ tutto e separatamente ad oggi. Pensate a una riorganizzazione?
S: Stiamo facendo dei ragionamenti. Apm è da tempo specializzata in parcheggi e altri settori, mentre Amsa ha esperienza nelle piscine, ad esempio. Qualche ragionamento lo dovremo fare, per valorizzarne le qualità.
Un altro dei macro-temi alto gardesani è la viabilità.
B: Abbiamo fatto il Piano urbano della mobilità sostenibile. La viabilità è un tema, sì, come per via Venezia a Varone. Non abbiamo litigato con Riva, loro hanno fatto le sperimentazioni del caso, hanno avuto coraggio, però poi alla fine ognuno si è trovato con una parte di problemi. Io lancio qui una proposta alla sindaca: fate anche voi un piano urbano della mobilità sostenibile, anche se non è obbligatorio per città come le nostre. Perché non farlo su tutto il territorio? Che lo faccia la Comunità di Valle. Io, ad esempio, ora sono preoccupato che il tunnel Loppio Busa scarichi ad Arco tutta la viabilità, e pro futuro potrebbe essere condiviso in tutto il Garda Trentino. Il Pums potrebbe essere unico. Serve il coraggio per fare scelte del genere. Magari, sindaca, gliene porterò una copia o la inviterò a vederlo.
S: Per noi è importantissimo. Io sogno la ferrovia.
B: Un sogno comune.
S: Sì, la sostenibilità nell’Alto Garda arriverà solo con la ferrovia.
B: Il treno è vitale. La gente arriverebbe in massa anche solo perché può venire senza prendere l’auto. Ora con tutto questo traffico è invivibile, ma la gente viene comunque.
S: Il territorio è comunque attrattivo.
Loppio Busa, a che punto l’ultimo lotto?
B e S: Continuiamo a chiedere.
S: Anche perché ci sono modifiche alla viabilità di Riva che dipendono da quello.
B: E pensiamo anche alla strada della Maza che sarebbe bella per pedoni e ciclisti.
Dalla Provincia, sul treno, ci sono novità?
S: Rfi ha detto che lo studio è sostenibile. Il tunnel del Brennero facilita questo progetto. Si parla di 2036, ci vorrà qualche anno in più secondo me. Ci abbiamo messo 60 anni per il tunnel della Loppio Busa, mi sembra ottimistico il 2036.
B: Salvini è anche venuto a vedere. Io gli consiglio di pensare a questo collegamento invece che al ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta di priorità. Questo è strategico, bisogna dare priorità. E sarebbe una rivoluzione, come, nel piccolo, Bus&Go da noi. Oppure servirebbe una metropolitana di superficie.
S: Ma credo che molte opere siano frenate dal Pnrr, perché molti Comuni hanno preso fondi ma poi mettere a terra questi progetti è un incubo. Bisogna mettere al lavoro tutti gli uffici, trovare chi partecipa alle gare… penso che molti Comuni siano spaventati, perché tra 110 e Pnrr sono arrivate troppe cose tutte insieme.
B: In ogni caso vorremmo una ferrovia sostenibile. Siamo un po’ preoccupati anche solo per l’ultima parte della Loppio Busa, per il resto ci importa che sia un tracciato interrato magari, sostenibile a livello ambientale. Deve essere un’opera di qualità.
Dal turismo al rovescio della medaglia: la crisi degli alloggi. Avete parlato di stretta sulle regole, sulle norme.
S: Dobbiamo intervenire sulla deroga all’articolo 13 della legge Gilmozzi, che consente alle seconde case di essere case vacanza. Non è accettabile, nel nostro territorio. È un’occasione in altre zone non turistiche, ma noi dobbiamo dire alla Provincia che dobbiamo avere un occhio di riguardo. Dicono che a Bardolino in centro siano rimaste quattro famiglie di locali. Noi non possiamo permettercelo, è pericoloso. Non vogliamo che noi si diventi così. I Comuni dovrebbero essere liberi di applicare questa norma. E gli alloggi turistici che ci sono non hanno qualità, ad esempio i parcheggi che devono essere obbligatori, la raccolta differenziata dei rifiuti che deve essere obbligatoria, il check in online non è controllato. Il codice Cipat non è sufficiente. Ma il Comune non può fare l’esattore né il poliziotto. Controlli incrociati da enti di verifica devono essere fatti, più rigore.
Non servirebbe un intervento normativo provinciale?
S: Siamo pieni di norme. Basterebbe dare più libertà di scelta a chi governa.
B: Anche a Trento e Rovereto è lo stesso, non ci sono alloggi e così seghiamo il ramo su cui siamo seduti. Serve un aggiornamento delle norme esistenti. La massima distorsione è: una casa Itea riscattata che diventa un appartamento vacanze. Edilizia abitativa pura diventata alloggi turistici. Basta. Ora qualità, non quantità.
Andiamo all’urbanistica. L’accordo urbanistico con Hager e Signoretti ad Arco è stato raggiunto. A Riva non ancora. Com’è che ad Arco è stato così “facile”?
B: Abbiamo iniziato a parlarne nel 2010. È improprio dire che sia stato facile. Penso ai grandi volumi, Villa Angerer, dove l’accordo urbanistico era praticamente fatto e tutto a favore del pubblico, con una struttura d’eccellenza sul modello dell’hotel Lido. Ma gli accordi urbanistici non sono mai facili perché prevale il chiacchiericcio e il nome e cognome dell’imprenditore, l’alimentare il negativo. Noi abbiamo fatto la variante 15, per Arco è stata una rivoluzione. Ma il mio cruccio è Villa Angerer, con soldi che potevano ricadere sul pubblico che sono finiti a Malcesine. La villa è rimasta altri dieci anni ferma, destinata al declino, ma ci spendiamo ancora soldi pubblici. Gli imprenditori non hanno voglia di queste cose, Arcese pensa di andare altrove. Noi siamo ancora in una dimensione paesana, tutti si conoscono e tutti dicono che se fai qualcosa è perché c’è del marcio. Una mentalità data dall’invidia.
S: Per Riva, l’area ex Cattoi è stato il peccato originale della precedente amministrazione, che non ha voluto acquistarla ma ora si auspica che privati vogliano fare un parco. La cosa non è di immediato realizzo, se si vuole risolverla in tempi brevi serve un accordo. Farò di tutto per farne parco il più possibile. Ma è di privati, è un dato di fatto. L’esproprio non è percorribile, perché abbiamo tenuto conto della Corte dei Conti. Ma il parco lo possiamo avere comunque, e vogliamo risolvere la cosa in tempi brevi. Sono convinta che faremo una bella cosa, io sono sindaco per scegliere, non metteremo d’accordo tutti ma una scelta sarà fatta. Non fare delle scelte vuol dire lasciare l’area per anni in una condizione non accettabile.
B: Beppe Toffolon ad Arco aveva portato un progetto sull’hotel Arco, e forse questo è stata una cosa che ha aiutato, visto che lui era il presidente di Italia Nostra.
Ma se fosse del Comune, oggi, cosa sarebbe dell’area ex Cattoi? Farebbe un parco?
S: Un parco totale, senza presidio, è pericoloso perché difficile da gestire. Io lo vedrei come un parco eventi, dove si possono fare spettacoli sul lago, concerti, il Bike Festival, insomma un parco attrezzato per ospitarle eventi fuori dal centro.
Alle Provinciali riuscirà l’Alto Garda ad avere un rappresentante?
S: Io non mi candido ma spiace vedere com’è andata la partita di Betta alle primarie. Era una grande occasione, ma il territorio non ha risposto sul suo nome e si vede che è disunito. Penso sia stato un fallimento.
B: Ringrazio Santi ma penso che la politica non sia stata compatta. La gente mi ha votato, anche se la lettura è che sia andata male. A Dro e Riva ho perso di misura. Però, in generale, nelle valli è difficile emergere, soprattutto nel centro sinistra. Io non mi candiderò alle provinciali per coerenza.
E una prossima legislatura?
B: Io concludo con questa.
S: Io non ho deciso nulla. Ci penserò se mi verrà chiesto, ma non sto lavorando per questo.