Criminalità

lunedì 5 Maggio, 2025

Razzie in casa in val di Non, individuati i capi della banda: due arresti

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Spavaldi e aggressivi avevano svaligiato almeno 15 abitazioni

Nelle prime ore della mattinata i Carabinieri della Compagnia di Cles, supportati nella fase esecutiva dai militari delle Compagnie di Borgo Valsugana e Genova Sampierdarena, hanno dato esecuzione a 2 misure cautelari in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di due cittadini albanesi, gravemente indiziati della commissione, in concorso con altri connazionali, di 24 reati predatori (23 furti e tentati furti in abitazione ed 1 furto di autovettura), perpetrati tutti in Provincia di Trento -in Val di Non- tra maggio e fine ottobre del 2023.

 

I provvedimenti cautelari, eseguiti stamane dall’Arma trentina, concludono una articolata indagine condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Cles, con il coordinamento del Comando Provinciale Carabinieri di Trento, convenzionalmente denominata “Insolent”, che ha consentito di documentare l’attività di un gruppo criminale dedito ai reati contro il patrimonio, i cui membri, nel corso di vere e proprie trasferte criminali, hanno messo a segno innumerevoli colpi in ben 11 Comuni della Val di Non.

 

Gli obiettivi erano per la maggior parte case isolate: 15 le abitazioni razziate dalla banda, da dove i criminali hanno asportato denaro, monili in oro e, in un’occasione, anche buoni fruttiferi, per un valore complessivo dei bottini pari a circa € 100 mila, cifra forse anche sottostimata rispetto a quanto saccheggiato dai malviventi. In altre 8 circostanze, i criminali non hanno avuto il tempo di asportare alcunché perché messi in fuga dalla presenza di persone in casa o dall’arrivo improvviso dei Carabinieri o dei proprietari. In particolare, i Comuni più colpiti dalle predazioni sono stati quelli di Ville d’Anaunia (6) e Predaia (4), poi Amblar Don (2), Romeno (2), Borgo d’Anaunia (2) e Novella (2), infine anche Campodenno, Denno, Livo, Contà e Sarnonico. Il predetto elenco è ovviamente riferito alle case svaligiate su cui si è riusciti a raccogliere elementi probatori circa la responsabilità degli autori. Tra gli episodi criminali contestati figura anche un furto di un suv a Vigo di Ton (TN), rubato dai malfattori per darsi alla fuga dopo che i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Cles li avevano individuati e inseguiti subito dopo la commissione di più furti in abitazione. Infatti, i ladri avevano abbandonato la loro autovettura, usata per portare a termine i colpi, dileguandosi tra i meleti e attendendo la notte per poi fuggire dalla Val di Non a bordo dell’auto rubata a Ton.

Tra le razzie commesse anche una casa canonica in alta Val di Non, fortunatamente senza che venissero asportati valori.

Il gruppo criminale, dove non trovava persone in casa, forzati gli infissi con arnesi da scasso, penetrava per cercare casseforti e, una volta individuate, le apriva con l’uso di flessibili.

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cles, con la direzione del Pubblico Ministero e del Procuratore Distrettuale della Repubblica di Trento, sono state molto complesse in quanto la batteria ha utilizzato autovetture diverse, immatricolate anche all’estero e non direttamente riconducibili agli autori. Tre gli aspetti fondamentali dell’attività investigativa: il setaccio di ore e ore di video estrapolati dalle videosorveglianze pubbliche e private della Val di Non; l’incrocio dei dati con quelli ricavati dall’analisi di numerosissimi tabulati telefonici; il massiccio controllo del territorio messo in campo dalla Compagnia Carabinieri di Cles, con l’impiego, in orari diurni e notturni, di numerose pattuglie sia con i colori d’istituto che con auto “civetta” con a bordo personale in abiti civili. Grazie all’incessante e complicato lavoro d’indagine, gli investigatori sono riusciti ad individuare il gruppo criminale, composto da cittadini albanesi trentenni (uno solo di loro cinquantenne). Non è stato poi facile rintracciarli, giungendo alla localizzazione dei luoghi di dimora in Valsugana e a Genova.

Una volta identificati, i successivi servizi di osservazione e pedinamento, con il supporto di attività tecniche, hanno condotto alla raccolta finale di gravi e concordanti indizi di colpevolezza a loro carico.

L’indagine ha preso il nome di “Insolent” in relazione alla spavalderia del gruppo criminale, che ha operato a qualsiasi orario in tutta la Val di Non incurante di trovare persone in casa o di essere fermato in occasione di posti di blocco oppure nel corso dei numerosi controlli operati dai Carabinieri.

Sono al vaglio dell’Autorità Giudiziaria anche altre posizioni.