La storia
lunedì 2 Giugno, 2025
Carlo Budel in ospedale: «C’è un culto dell’alcol pericolosissimo, i giovani lo devono sapere»
di Redazione
L'ex gestore di Punta Penia risponde agli hater: «Mi hanno scritto che non vogliono pagare le cure derivate dai miei sbagli. Ma io lavoro da quando ho 15 anni, ho sempre pagato le tasse». E sui giovani che lo sostituiranno in cima alla Marmolada: «Mi sono reso disponibile a dar loro una mano»

Barba incolta, anche da un letto d’ospedale dove è rimasto per una decina di giorni Carlo Budel, per sette anni il simbolo di Capanna Punta Penìa, non perde il senso dell’umorismo: «Almeno c’è una cosa positiva… le infermiere sono una più f… dell’altra». La foto, pubblicata sui social il 22 maggio ha destato preoccupazioni tra i tanti che conoscono il rifugista feltrino di 52 anni. Oggi, ancora ricoverato nell’ospedale di comunità di Auronzo di Cadore (e nel frattempo sbarbato) ha spiegato l’accaduto: «Ho dovuto curarmi per abuso di alcol, ho toccato il fondo dopo un lunga crisi depressiva, cui sono stato spinto anche a seguito di eventi traumatici legati alla montagna». Il riferimento è al crollo del ghiacciaio nel 2022, in cui persero la vita undici persone.
«Ho vissuto sette stagioni meravigliose lassù, in totale due anni della mia vita – prosegue Budel parlando della Marmolada – Ricordo ancora la prima notte: non ho dormito per l’emozione», racconta». Come anticipato dal T quotidiano, saranno due giovani, Andrea Gallo, vicentino di Valdagno e Tobia De Marco, bellunese di Pieve di Cadore, a sostituirlo: «Sono certo che faranno un ottimo lavoro – spiega -. Mi sono anche offerto di dar loro una mano per due settimane a inizio stagione».
Dopo Punta Penìa, Budel si dedicherà, in compagnia del suo cane Mariottide, un cucciolo di pastore del Lagorai di quattro mesi (il nome arriva da un personaggio del comico Maccio Capatonda) alla ristrutturazione di casa. Ma non sarà facile. «Dopo il Superbonus 110%, i prezzi sono esplosi. È stata una sorpresa amara». E ancora: «Sono motivatissimo, il futuro è aperto: magari tornerò sulle Dolomiti, magari in un altro rifugio».
Budel sa usare i social: non è nuovo ad aprirsi con un reel su Instagram. Accanto ai tanti «in bocca al lupo», accanto ai tanti attestati di solidarietà, sono arrivati, come spesso accade, anche insulti e provocazioni. «Qualcuno – spiega – mi ha scritto che non vuole pagare per le mie colpe, riferendosi alle cure in ospedale. Ma non sa che io lavoro da quando ho 15 anni, ho scritto due libri che sono andati benissimo e naturalmente ho sempre pagato le tasse. Il mio appello va ai giovani: c’è un culto dell’alcol che fa spavento. Ma crea dipendenza e porta a malattie gravi».
val di Fassa
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di Elisa Salvi
Andrea Gallo, vicentino di Valdagno e Tobia De Marco, bellunese di Pieve di Cadore succedereanno a Carlo Budel: «La paura più grande? La logistica. Useremo i social per raccontare la montagna e spiegare come comportarsi in quota»