la polemica

martedì 27 Maggio, 2025

Inni alla Repubblica di Salò e insulti omofobi nelle chat di Azione Universitaria Trento: «Il Pride? Vomito»

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I messaggi diffusi coinvolgono anche il consigliere di FdI Giacomo Mason: «Manifestanti pro Palestina? Non possono affondare nel lago di Garda e basta?»

Insulti omofobi, inni alla repubblica sociale di Salò, strategie per ottenere attenzione e, nel frattempo, per mascherare la contiguità con Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale, l’associazione giovanile del partito, c’è tutto questo nelle chat di Azione Universitaria Trento diffuse ai media nella giornata di lunedì. Chat che mettono particolarmente sotto la lente di ingrandimento il neo eletto consigliere comunale a Trento del partito di Meloni Giacomo Mason, suo il riferimento a Salò nei messaggi.

La fonte
Ad inviare, anonimamente, ai media le chat è «un gruppo di studenti e membri di Azione Universitaria dell’Università di Trento», quindi appartenenti alla stessa associazione universitaria al cui interno però denunciano che «è cresciuta una rete ideologica» da cui «emergono prove inequivocabili di apologia del fascismo, battute sulla Shoah, sugli ebrei, sui linguaggi inclusivi e sull’identità di genere, con una deriva razzista e xenofoba sistematica». Emerge anche la contiguità con FdI e Gioventù Nazionale e questo è rilevante. Può sembrare ovvio che Azione Universitaria sia legata al partito di Giorgia Meloni, ma in realtà, secondo il regolamento dell’Università di Trento, per essere iscritte all’albo delle associazioni universitarie, e ricevere anche contributi, le associazioni devono essere «apartitiche» e inoltre «rispettare i principi di democraticità, libera partecipazione, antirazzismo, non discriminazioni di genere e antifascismo nelle finalità e nell’organizzazione delle attività».

Omofobia e nostalgia
Valori che non sembrano rispettati da quello che emerge dalle chat dei partecipanti ad Azione universitaria Trento. Tra una battuta, uno scherzo e chi fa sul serio emerge un quadro valoriale ben preciso. C’è per esempio chi commenta il volantino degli eventi per il 25 aprile a Trento commentando «birra…Lager?» ironizzando sui campi di concentramento. Un altro partecipante condivide la foto delle bandiere arcobaleno per il Pride month, il mese dell’orgoglio Lgbtq+, e la presidente Giulia Balestrieri risponde «vomito». Commentando i risultati delle elezioni studentesche un altro scrive che a Lettere sono stati eletti «fr**i e lesbiche». L’esposizione di una bandiera palestinese spinge un altro a scrivere che «sono tutti fr**i» con annessa bestemmia. Infine Giacomo Mason, recentemente eletto in Consiglio comunale a Trento, sempre parlando dei manifestanti pro Palestina dice «noi affondiamo le radici nella repubblica di Salò… loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?». Un messaggio che riceve le reazioni compiaciute di altri 3 appartenenti al gruppo. Quasi inutile ricordare che la Repubblica di Salò è una delle pagine più buie del fascismo italiano che si è macchiata di innumerevoli stragi e crimini di guerra, da sola o al fianco delle truppe naziste sul territorio italiano.

L’affaire sociologia
Le chat offrono una luce diversa anche su quanto successo il 15 novembre 2024 fuori da Sociologia, quando gli esponenti di Azione Universitaria furono bloccati dall’entrare in facoltà a volantinare per le imminenti elezioni universitarie. «C’è bisogno di essere tanti» dice qualcuno prima del giorno, atteso perché si sapeva che potevano esserci scontri. «Ho già avvisato la questura» annuncia un altro. Poi c’è lo scontro, raccontato ai tempi sulle pagine del «T» fuori da Sociologia. Qui compare la figura di Francesco Barone, membro di Fratelli d’Italia, dirigente di Gioventù Nazionale e recentemente anche nominato presidente di Trentino School of Management. «Il rettore è intervenuto solo perché Barone ha avvisato Urzì» scrive qualcuno. «Barone è arrivato ci ha detto che dovevamo entrare con le mani in tasca e prendere le botte io non faccio il sacco da boxe» replica un altro. La tensione si ripete anche pochi giorni dopo, il 18 novembre, quando gli studenti di Azione Universitaria tornano per fare un banchetto a Sociologia. «Ho parlato con la Digos – dice in un audio un partecipante – Entriamo dal davanti non dal retro, se succede qualcosa intervengono loro». C’è chi parlando del rettore Deflorian, che pure era intervenuto in loro difesa, dice «lo attacchiamo sulla stampa», al che qualcuno replica «al rettore ci penserà il Ministero dell’Università. Andare a inimicarcelo non mi sembra una gran mossa». La vicenda finisce poi nel tritacarne dei media di destra come le trasmissioni di Rete 4 e i giovani di Azione Universitaria vengono ospitati anche a La Zanzara di Cruciani. Poi si avvicinano le elezioni universitarie e una militante chiosa «serve tirare su una marea di voti, altrimenti il casino mediatico che c’è stato non è servito a nulla».

I legami con FdI
Come scritto prima Azione Universitaria è formalmente apartitica e deve esserlo. Lo sanno bene anche gli iscritti tanto che la presidente Balestrieri scrive «non cediamo alle provocazioni, cercano in tutti i modi di farci fare dichiarazioni scomode per ricondurci come movimento a FdI e sbatterci fuori dall’università. Ovvio che siamo legati a Gn (Gioventù Nazionale, ndr), ovvio che la pensiamo come loro, ovvio che sono nostri fratelli, ma in questo momento testa bassa». La contiguità emerge anche da elementi come le riunioni organizzate in «Passaggio Vittorio Zippel», dove a Trento ha sede FdI. Ci sono poi le serate in cui «Barone offre da bere a tutti». Quando poi esplode l’affaire sociologia, Azione Universitaria Trento sul suo canale Instagram annuncia il servizio sul caso nel corso di Dritto e Rovescio su Rete 4. Risponde loro per messaggio direttamente Giovanni Donzelli, coordinatore nazionale di FdI, «ci sarò io in studio a commentare». «Quando vuole la aspettiamo a Trento» rispondono i giovani. La presidente Balestrieri posta un’immagine della conversazione con Donzelli sui gruppo e chiede: «Lo invitiamo?». Pioggia di «Sì» entusiastici in risposta. Insomma non proprio apartitica come chat.